Coronavirus: la Spagna blocca tutte le Corride, ma è già protesta

Il virus Covid-19 che ha colpito la Cina per settimane e settimane ormai da un mese è arrivato anche nel nostro Paese mietendo ogni giorno centinaia e centinaia di vittime. Ma se l’Italia ormai ha da tempo preso le dovute precauzioni iniziando una fase di quarantena sempre più rigida, solo ora gli altri Paesi europei stanno iniziando a muovere i primi piccoli passi.

Ne è un esempio la Spagna che ha preso una decisione non di poco conto: sospendere tutte le corride in programma. Così sono ben 21 le corride che non andranno in scena secondo la radicata tradizione iberica, dalla capitale Madrid fino a Valencia passando per tutta la Spagna sono 120 i tori che, almeno per il momento, sono stati salvati.

La paura di questa pandemia infatti sta prendendo piede in tutto il continente: sono numerosi i concerti, gli eventi sportivi e le manifestazioni che sono stati sospesi per evitare che un assembramento elevato di persone possa provocare un aumento spropositato di contagi e, conseguentemente, di morti.

Se c’è un unico lato positivo in questo virus lo possiamo ritrovare esclusivamente osservando la natura.

Non solo in Spagna questi animali non subiranno una fine atroce e piena di sofferenza ma anche in Italia sono molteplici le manifestazioni di come l’assenza, anche se temporanea, dell’uomo ha effetti estremamente positivi sull’ecosistema:

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Forse questo periodo di stop forzato può essere un’ottima occasione per riflettere su come spesso con noncuranza o per divertimento distruggiamo l’ambiente che ci circonda.

In particolare il trattamento che ricevono i tori non solo durante la corrida ma anche in tutta la fase precedente la manifestazione non è sicuramente dei più ammirevoli e la speranza ovviamente degli animalisti è che questo sia solo il primo passo per una sospensione definitiva di questa tradizione sanguinaria.

Non sono dello stesso avviso i toreri e gli imprenditori che da questo mondo traggono un enorme profitto, infatti la Fondazione Toro de Lidia ha già fatto richiesta al ministero della cultura di un incontro immediato per discutere velocemente di un piano per supportare questa industria.

Gli animalisti sono pronti però a una dura battaglia: è già stata pubblicata infatti una petizione affinché non vengano assolutamente stanziati soldi pubblici per sovvenzionare questo settore.

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