Cavolfiori: proprietà, benefici e caratteristiche

Caratteristiche del cavolfiore

Appartenente alla famiglia delle Crucifere, il cavolfiore è considerato il fiore commestibile di maggiori dimensioni presente nel nostro emisfero, dove sono disponibili diverse varietà precoci e tardive.

Si tratta di un ortaggio che richiede un terreno di coltura piuttosto ricco di sali minerali, (che vengono abbondantemente assorbiti dall’apparato radicale), e di concime, preferibilmente stallatico o costituito da altri prodotti organici.

Grazie alla notevole estensione della sua massa fogliare, il cavolfiore richiede un notevole spazio per essere coltivato in buone condizioni e pertanto non può venire stipato in serre di piccole dimensioni.

Mentre le varietà precoci crescono intorno all’inizio primavera (mese di marzo), quelle tardive si sviluppano a maggio e continuano per buona parte dell’estate.

Per garantire il classico colore bianco al fiore, l’ortaggio deve subire un’accurata legatura delle foglie esterne, che impedisce alle radiazioni luminose di arrivare a colpirne la superficie.

Da consumare preferibilmente crudo, dato che la cottura contribuisce a denaturare le sue componenti nutrizionali, il cavolfiore contiene una notevole concentrazione di vitamine e di minerali.

Le caratteristiche nutrizionali del cavolfiore

Notevole quantitativo di acido ascorbico (vitamina C)

Responsabile delle reazioni anti-ossidanti verso i radicali liberi, le quali contribuiscono a rallentare i processi d’invecchiamento cellulare e ad incentivare la risposta immunitaria dell’organismo nei confronti dell’attacco di numerosi agenti patogeni.

Pro-vitamina A

Che, sotto forma di carotenoidi, partecipa al metabolismo delle cellule e in particolare a quello energetico riguardante il loro turn-over.

Potassio

Presente in discreta quantità, esso viene coinvolto nel funzionamento delle mio-cellule cardiache controllandone il lavoro sia in fase di contrazione (sistole) che di rilassamento (diastole); inoltre questo catione risulta fondamentale per la propagazione dell’impulso nervoso a livello delle membrane sinaptiche del sistema nervoso (centrale e autonomo);

Fibre alimentari

Queste sostanze si distinguono in quanto richiamano acqua da tutti i distretti, convogliandola nelle anse intestinali, dove si mescola con le feci che stanno formandosi rendendole più morbide e voluminose; come conseguenza esse aumentano di volume e perdono la tipica durezza, potendo in tal modo essere evacuate con minimo coinvolgimento (e sofferenza)

Grassi insaturi

La limitata componente lipidica dell’ortaggio è costituita quasi unicamente da acidi grassi insaturi, il cui compito è quello di proteggere i vasi (e il cuore) dal deposito di goccioline di grasso a livello di specifiche cellule (adipociti) che formano i pannicoli adiposi.

In generale si può dire che il cavolfiore non contiene elementi nutritivi biologicamente indispensabili per la sopravvivenza, anche se viene considerato un ottimo alleato per il benessere globale.

Infatti, nonostante non sia in grado di apportare elementi ad alto valore nutrizionale, tuttavia il cavolfiore si conferma un efficace alleato per eliminare le tossine accumulate nel corpo.

Contenendo una certa percentuale di purina, esso non può essere consumato da pazienti gottosi o anche affetti da iperuricemia.

Per la presenza di alcuni pigmenti vegetali intensamente aromatici, il cavolfiore si distingue per un sapore molto particolare, non sempre gradito; il suo profumo viene emesso già durante la cottura e si mantiene anche successivamente.

Molte persone sono convinte che si tratti di un ortaggio indigesto, proprio a causa del sapore molto intenso; al contrario esso è digeribile con facilità, a patto che la sua cottura (preferibilmente al vapore) non sia troppo prolungata in quanto potrebbero alterarsi i pigmenti aromatici termolabili in esso contenuti.

Anche se molti nutrizionisti caldeggiano il consumo della verdura cruda, dal punto di vista della assimilazione è preferibile mangiarla cotta, anche solo per pochi minuti, al fine di mantenere i fiori ben compatti, ma nello stesso tempo teneri.

Proprietà e benefici del cavolfiore

Tipica verdura invernale, il cavolfiore è caratterizzato da un limitato contenuto calorico e da un notevole potere saziante, requisiti che contribuiscono a renderlo la scelta ideale per le diete dimagranti.

Per neutralizzare l’emissione dello sgradevole odore che l’ortaggio produce durante la sua cottura, è sufficiente posare sul coperchio del tegame di bollitura un pezzo di pane imbevuto di aceto.

Chi desidera sfruttare fino in fondo le indiscutibili proprietà benefiche di questo ortaggio, deve consumarlo freschissimo per evitare la degradazione dei principi attivi in esso contenuti.

Grazie al loro potere antinfiammatorio, i cavolfiori trovano largo impiego, durante i mesi freddi, per combattere i disturbi stagionali, in particolare le riniti e le congiuntiviti invernali.

Indicati come ipoglicemizzanti, essi si rivelano degli ottimi alleati per contrastare i pericolosi picchi glicemici tipici del diabete.

Secondo le più recenti linee guida questa verdura contribuisce a tenere sotto controllo la pressione arteriosa, probabilmente agendo a livello dei recettori sensoriali responsabili dei meccanismi di vasocostrizione.

Alcune ricerche scientifiche hanno evidenziato anche una correlazione tra la regolare assunzione di cavolfiore (almeno due volte alla settimana) e la normalizzazione della funzione tiroidea, soprattutto nei casi di tiroidite auto-immune.

Chi soffre di RCU (Retto Colite Ulcerosa) trova sollievo alla sintomatologia dolorosa proprio nutrendosi con cavolfiore bollito, probabilmente grazie alle elevate concentrazioni di pectina in esso contenute.

La pectina infatti contribuisce a limitare l’infiammazione delle cellule enteriche, agendo con un’efficace protezione epiteliale, soprattutto a livello dell’intestino retto.

Non contenendo neppure tracce di colesterolo, questo ortaggio trova largo impiego nei regimi dietetici ipocolesterolemizzanti, anche in considerazione della sua notevole concentrazione di acidi grassi insaturi particolarmente utili per innalzare la quota di colesterolo HDL (“buono”) del sangue.

L’ortaggio consumato fresco contiene moltissima acqua (84g/100g di polpa) e quindi è in grado di partecipare alla regolazione dell’omeostasi idrico-salina dell’organismo.

Molti studi universitari si sono focalizzati sulla ricerca delle proprietà anti-tumorali del cavolfiore (come di altre crucifere), in particolare nei confronti di forme neoplastiche alla prostata.

Tali proprietà sono state messe in relazione alla concentrazione di isoflavoni abbondantemente riscontrabili nella polpa dell’ortaggio e di indoli, presenti nel suo gambo, ai quali vengono attribuite efficaci proprietà in grado di contrastare l’attività degenerativa dei radicali liberi.

Oltre a intervenire nei processi di invecchiamento cellulare, questi radicali liberi alterano anche la replicazione cellulare che, non venendo controllata dai fisiologici fattori di crescita, procede in maniera sconsiderata e incontrollabile.

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