Napoli: Farmaco sperimentale anti-artrite aiuta i pazienti gravi da Coronavirus

Coronavirus: le buone notizie da Napoli

Il coronavirus è ormai pandemia mondiale che si sta diffondendo giorno dopo giorno sempre di più. Dopo al Cina, l‘Italia è uno dei paesi più gravemente colpiti dal virus e proprio per questa ragione il governo ha deciso di apportare delle misure restrittive in modo tale da contenere la diffusione della malattia quanto più possibile.

Ad oggi i contagiati sono più di ventimila soltanto in Italia (che è stata dichiarata interamente zona rossa) ma sembra aumentare anche il numero dei guariti.

Nonostante gli italiani tengano duro e si apprestino ad affrontare l’epidemia, i sentimenti di frustrazione e sconforto non sono pochi.

Tuttavia le buone notizie non tardano ad arrivare: sembra infatti che l’oncologo Paolo Ascierto del Pascale di Napoli abbia richiesto il protocollo nazionale per utilizzare il Tocilizumab in modo esteso per contrastare il coronavirus.

Si tratta infatti di un farmaco anti-artrite che è stato usato su due pazienti a Napoli che erano affetti da coronavirus e che ha già dato ottimi risultati (sembra infatti che uno dei due pazienti sia già stato estubato).

Oggi il medicinale è stato adoperato su altri due pazienti e se ne attendono i risultati per verificarne l’efficacia. Proprio per questo dunque, il dottor Ascierto, in un’intervista al giornale Il Mattino ha richiesto l’utilizzo di tale farmaco a livello più esteso.

Farmaco anti-artrite: effetti positivi contro il corona virus

Secondo l’oncologo Paolo Ascierto, il Tocilizumab ha dimostrato la sua efficacia contro la polmonite causata dal corona virus. Solo dopo ventiquattro ore, sui pazienti su cui è stato utilizzato il farmaco, si sono verificati ottimi risultati e le condizioni sembrano non essere più gravi.

Il medico ha poi affermato che questa terapia è già stata utilizzata anche in altre città come ad esempio Bergamo, Milano e Fano ma è necessario che venga estesa il più possibile.

Il direttore scientifico del Pascale Gerardo Botti ha poi sostenuto che l’Italia, insieme alla Cina, ha realizzato un ponte di ricerca per trovare una cura adatta all’epidemia.

Anche i colleghi cinesi dunque avevano notato un netto miglioramento tra le persone che erano state curate con questa terapia. Naturalmente risultati certi e verificati devono ancora essere messi in atto, ma i medici e gli studiosi sono sicuri che attraverso la collaborazione internazionale sarà possibile porre fine a questa drammatica situazione.

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