Il festival della carne canina di Yulin in Cina rappresenta per gli occidentali una delle forme più crudeli con cui l’uomo manifesta la sua scarsa capacità di rispettare gli animali.
Molti diranno che si tratta di punti di vista in quanto si sta parlando di tradizioni e folklore, ma purtroppo non è esattamente così. Si perché se è vero che da una parte vi è una realtà che parla di un usanza molto antica, dall’altra vi è la macabra e retrograda cultura che porta ad uccidere questi animali in modo atroce e dopo tremende agonie.
Dunque qui non si parla di quale tipologia di carne viene mangiata, ma di quanta crudeltà e sofferenza vi è in ballo. Qui si tratta di cattiveria, sofferenza e insensibilità.
Alla luce di tutto questo un gruppo di attivisti animalisti ha compiuto un gesto degno della più sentita stending ovation.
Cinquanta cani appartenenti alla razza golden retriever è stato sottratto ai partecipanti, nello specifico ai venditori, di questo festival della crudeltà.
Questo gruppo di attivisti non solo ha fornito un modello di esempio che insegna come le azioni anche più semplici possono far girare notizie che spesso che fanno fatica ad emergere, ma ha salvato da quel macello sanguinoso cinquanta cani ignari di quanta violenza li stesse aspettando.
Ogni anno purtroppo a Yulin, in Cina, un’infinità di cani vengono tenuti in condizioni indescrivibili. Molti di loro muoiono a causa dell’agonia, altri di stenti, altri ancora perché buttati vivi nell’acqua bollente.
Grazie all’incredibile lavoro di salvataggio condotto dagli attivisti di Lady Freethinker si è tornati a parlare di questa edizione 2020 che vede migliaia di cani uccisi al fine di essere mangiati.
La fondatrice Nina Jackel si dice orgogliosa di quanto fatto da lei e dal suo gruppo animalista, ma evidenzia come tale gesto è ancora troppo poco.
Condividere informazioni, articoli e notizie è di certo un primo passo per sensibilizzare le persone e tentare di fermare questo incredibile massacro.